IL PENSIERO
La storia del progetto comincia con una lunga, solitaria camminata in un nitido e freddo giorno di gennaio.
Un prolungato girovagare lungo strade desolatamente larghe circondate dai “capannoni”; poi lo sguardo si innalza ed il cuore sobbalza.
Sono sul posto per la prima volta.
E’ la piana oltre Stura di Cuneo, il “centro” delle Sud-Occidentali, forse l’esatto posto, lungo la strada da Benevagienna a Pedona, dove Cesare, davanti alle Legioni, per un momento si è fermato. In piedi sul cavallo è rimasto immobile, penetrato da quell’imponente, nero orizzonte di guglie conficcate nel rossoarancio del cielo al tramonto.
E’ il momento in cui perdi la percezione delle stagioni e del tempo, quelle volte che non sai se sia paura od energia quella cosa che ti pervade, che ti fa “condottiero”, che ti rende, nell’attimo, … “immortale”.
In momenti “normali” questa è una “ZONA P”, tutto attorno capannoni, insediamenti artigianali, industriali, commerciali …. “normali”.
Vogliono un negozio di vernici, un deposito e …… un’abitazione! Il lotto è l’ultimo rimasto, un residuo triangolo allungato, quello che nessuno ha voluto, tra strada, piazzale e ferrovia ad Ovest.
Cerco le positività. La ferrovia è in profonda trincea mascherata dal verde, più di tre lati sono liberi e sono quelli “importanti”. Si può progettare, ma qui voglio una architettura libera di porsi a queste montagne e confrontarsi con il “loro” cielo. Qui voglio ….. le scaglie cuneiformi della Meia la pietra spaccata del Viso e dei Gelas l’energia ”incombente” della Bisalta …..
almeno un “segnale” di direzione, una umile architettura che indichi agli occhi ed al cuore l’altra grande “composizione”, ….. quella rimasta negli occhi di Cesare.
LIVIO TOMATIS |
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